andar per cavatappi
COLLEZIONE DI CAVATAPPI DI MARIO LEONETTI

A.I.C.C.
IL CAVATAPPI OVVERO COME ENTRARE IN UN MONDO SORPRENDENTE
Dal 1988 è attiva un'associazione di collezionisti
SIENA. Il 17 dicembre 1988, nel ristorante di Milano “Taverna della Trisa”, è nata l’“Associazione Italiana Collezionisti Cavatappi”. La notizia non è certo di quelle da riportare nei libri di storia o nelle cronache giornalistiche più attente agli avvenimenti di qualche significato. Vi posso però assicurare che l’oggetto per cui l’Associazione si è costituita - il cavatappi - , è uno dei manufatti più interessanti ed affascinanti creati, sviluppati e modificati dalla mano dell’uomo.
Questo spiega perché esistano nel mondo dieci Associazioni di questo tipo e perché della nostra facciano parte autentici appassionati, spesso impegnati in attività professionali come l’ingegneria, l’architettura, il design e l’insegnamento di materie artistiche. Tra essi mi preme ricordare l’Ingegnere Svizzero Hans Hilfiker, purtroppo morto diversi anni fa, che progettò importanti opere strutturali per le Ferrovie Svizzere e che disegnò i famosi orologi delle stazioni, di cui sono state fatte molte varianti come orologi da polso.
I membri attivi dell’A.I.C.C. sono attualmente circa una trentina. Ci riuniamo due volte l’anno scegliendo con molta cura località che uniscano in modo armonico le bellezze artistiche con le specialità enologiche e gastronomiche. Naturalmente il territorio Senese è già stato scelto più volte per questi convegni in cui ci scambiamo le varie scoperte, organizziamo piccole aste e gettiamo le basi di progetti futuri che arricchiscano ulteriormente la vita dell’Associazione. Una rapida visita al nostro sito (www.associazionecavatappi.it) vi aprirà orizzonti inaspettati e sorprendenti.
Lasciatemi ora stuzzicare la vostra curiosità verso questo oggetto con alcune informazioni storiche e tecniche. Quando è nato il cavatappi e perché? E’ nato nella prima metà del XVII secolo in Inghilterra, in conseguenza dell’introduzione, nel XVI secolo, delle prime bottiglie di vetro soffiato per contenere il vino. In precedenza, come forse sapete, il vino veniva conservato in anfore di terracotta o in botti di legno.
Naturalmente l’uso delle bottiglie fece comprendere che occorreva chiuderle in modo ermetico e si utilizzò a tale scopo il sughero, tagliato in forma di tappi lunghi e conici, adatti per chiudere e aprire le bottiglie con le dita. Cominciarono però presto i primi inconvenienti: tappi eccessivamente introdotti o rotti al livello del collo della bottiglia spinsero a ricorrere a mezzi di fortuna come ferri e uncini. Qualcuno intuì che poteva essere utile un arnese allora molto diffuso: il cava pallottole, costituito da un’elica semplice o doppia, montata su un manico. La strada era aperta. Antichi documenti di piccole aziende o botteghe mostrano che venivano prodotti e venduti, insieme ai cava pallottole, i primi cavatappi.
Dopo la comparsa in sordina dei cavatappi nel XVII secolo in Inghilterra, l’invenzione si diffuse rapidamente in Francia, Olanda, Italia e poi in altri paesi. Non deve sorprendere la produzione di questo oggetto anche in paesi non produttori di vino. Al contrario, è proprio questo il motivo. Mentre in paesi produttori, come l’Italia, si è continuato a spillare il vino dalla botte fino all’altro ieri, in paesi in cui il vino era una rarità si cominciò a conservarlo ed a farlo invecchiare quasi esclusivamente in bottiglia. Avere cavatappi di bell’aspetto e di facile uso divenne sempre più indispensabile nelle occasioni in cui venivano aperte bottiglie di pregio.




